Introduzione
BWER, meglio conosciuto come Bounded Weak Echo Region, è un eco radar caratteristico dei temporali. Si manifesta alle quote medie con un minimo di riflettività e si estende verso l’alto accompagnato da elevati valori di riflettività ai lati. [1]
Caratterizzato da forti updraft, si trova precisamente nella regione di inflow e non si può notare visivamente. Notato sulle scansioni radar per la prima volta all’inizio degli anni ’70, e ha un sistema di rilevamento dei fulmini meglio noto come lightning hole. [2],[15],[16]
Scansione verticale di una supercella tornadica: nell’immagine (a) si possono notare BWER, debris ball e debris spike oltre alla backsheared anvil, ovvero l’incudine temporalesca sottovento. Nell’immagine (b) il mesociclone e le relative velocità entranti. [18]
Descrizione
Il BWER è, senza alcuna ombra di dubbio, il canale verticale di un eco radar debole, circondato da echi più forti. Solitamente chiamato vault poichè strettamente connesso ai violenti updraft interni alla nube temporalesca e capaci di generare idrometeore di dimensioni così apprezzabili da poter essere “viste” dal radar. [3]
Il BWER è rintracciabile alle quote atmosferiche medie nei temporali convettivi e le sue dimensioni variano da 3 a 10 km in verticale, al di sopra del suolo, e sono di alcuni km per quanto riguarda il diametro orizzontale. È fondamentale rintracciare la zona degli updraft poichè strettamente connessa ai fenomeni meteorologici più estremi. [4]
La BWER viene inoltre utilizzata con successo dal 1977 nel metodo di Lemon come indicatore della potenza di un temporale. La forza degli updraft unitamente al BWER può consentire la formazione, proprio al di sopra del BWER stesso, di grossi chicchi di grandine nella direzione della supercella. [5],[6]
BWER su dati di riflettività di una supercella tornadica catturata da uno strumento della rete NEXRAD. Le immagini sono relative a quattro angoli, dal più basso in alto a sinistra al più alto in basso a destra, e a quattro quote differenti. Si può apprezzare il BWER nella prima immagine, dove si manifesta un debole pattern di riflettività. [19]
Riconoscimento
Il BWER è stato riconosciuto, utilizzando differenti angoli di scansione, per la prima volta sui radar meteorologici agli inizi degli anni ’70. Utilizzando le velocità verticali, ottenute mediante radar Doppler, è stato possibile confermare come il BWER sia associato ad un mesociclone. [7],[8]
Schema delle posizioni relative di una BWER sulla scansione radar. [17]
Una sezione verticale tridimensionale della riflettività è sicuramente il metodo migliore per riconoscere la BWER al radar. Tuttavia è necessario che lo strumento possa osservare a diversi angoli di elevazione per ottenere risultati degni di nota. Una volta riconosciuta la “volta” ovvero la sporgenza, è possibile proseguire con la scansione radar verticale per appurare la presenza del BWER. [9],[10]
Tuttavia, solo a partire dalla fine degli anni ’90 è stato possibile, grazie ai progressi tecnologici sugli algoritmi radar, riconoscere correttamente la BWER. [11],[12]
Lo sviluppo di una Bounded Weak Echo Region estremamente pronunciata, soprattutto se rilevata a un basso angolo di PPI, potrebbe essere sintomo di probabili echi radar tipici dei cicloni tropicali. [14] Utilizzando il sistema di rilevamento dei fulmini, i lightning holes indicano dove si può vedere il BWER sul radar. [13]
Bibliografia e sitografia:
[1] Bounded Weak Echo Region”. Meteorological Glossary. National Oceanic and Atmospheric Administration.
[2] Martin J. Murphy and Nicholas W. S. Demetriades. An Analysis of Lightning Holes in a DFW Supercell Storm Using Total Lightning and Radar Information.
[3] “Bounded Weak Echo Region”. Meteorological Glossary. American Meteorological Society.
[4] Advanced Warning Operations Course. IC 3-I-B: 1. Storm Interrogation.
[5] Leslie R. Lemon. New severe thunderstorm radar identification techniques and warning criteria: a preliminary report. Techniques Development Unit, National Severe Storms Forecast Center, Kansas City, Missouri, July 1977.
[6] William R. Cotton and Roger A. Pielke. Human Impacts on Weather and Climate.
[7] Richard Jason Lynn. The WDSS-II Supercell Identification and Assessment Algorithm.
[8] Duncan, M.R.; A. Bellon; A. Kilambi; G.L. Austin; H.P. Biron (1992). “PPS and PPS jr: A distribution network for weather radar products, severe warnings and rainfall forecasts.”. Preprint. 8th International Conf. on interactive information and processing systems for Meteorology, Oceanography and Hydrology,. Atlanta, Georgia
[9] Austin, G.L.; A. Kilambi; A. Bellon; N. Leoutsarakos; A. Hausner; L. Trueman; M. Ivanich (1986). “Rapid II: An operational, high speed interactive analysis and display system for intensity radar data processing”. In American Meteorological Society (ed.). Preprint. 23rd Conf. on Radar Meteor. & Conf. on Cloud Physics. Snowmass, Colorado
[10] Halle, J.; A. Bellon (1980). “Operational use of digital radar products at the Quebec Weather Centre of the Atmospheric Environment Service, Canada”. AMS pre-print.
[11] Leslie R. Lemon. The Radar “Three-Body Scatter Spike”: An Operational Large-Hail Signature.
[12] Valliappa Lakshmanan. The Bounded Weak Echo Region Algorithm.
[13] North Carolina “Tornadocane” from 1999.
[14] David M. Roth. MCS with Eye – July 21, 2003.
[15] G. Saullo “Fenomenologia estrema dell’estate 2015 nel Veneto Nord-Orientale“
[16] V. Abinanti, D. Bianchino, A. Gobbi,
Z. Mastrorirgo, M .V. Pierini, M. Rabito, P. Randi, D. Rosa, D. Valeri, T. Scortegagna, ” Il tornado di Pianiga, Dolo e Mira dell’8 luglio 2015 “
[17] http://www.srh.noaa.gov/oun/?n=spotterglossary-figure2
[19] http://www.crh.noaa.gov/Image/fsd/events/tor2006aug24/radar/ref2337.jpg