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Medicanes

Introduzione

I cicloni mediterranei, meglio noti come Medicanes ovvero Mediterranean Hurricanes, [3] rappresentano delle intense depressioni caratterizzate da un occhio ben definito, privo di nubi, venti particolarmente intensi e un minimo di pressione molto al di sotto dei 1000 hPa. [1],[2]

Essi nascono come semplici depressioni assumendo durante il loro ciclo evolutivo caratteristiche in tutto e per tutto simili ai cicloni tropicali. [4],[5],[6] 

Tra i vari fenomeni convettivi, dal normale temporale fino al mesociclone, che interessano il Mediteranneo Occidentale a diverse scale spaziali e temporali, sono probabilmente i meno conosciuti.

Volendo fornire degli ordini di grandezza tipici si può dire che i Medicanes possono durare da poche ore a un massimo di due giorni e insistere su una zona variabile dai 200 ai 400 km

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Ciclone mediterraneo Zeo, dicembre 2005

Come si originano

La loro formazione è dovuta al grande surplus di calore latente accumulato dal mare, nella fattispecie il Mediterraneo Occidentale. [1],[2]

Affinchè questa energia si liberi è necessaria la formazione di una convergenza, ovvero di un boundary al suolo tale da favorire i moti ascensionali. Il periodo dell’anno maggiormente favorevole è solitamente da agosto ad ottobre, quando la temperatura del bacino Mediterrano Occidentale può arrivare a sfiorare i 26°C.

Per dare un’idea delle zone a più alto rischio di Medicanes, basti sapere che esse comprendono:

  • Basso Tirreno;
  • Canale di Sicilia;
  • Mar Libico;
  • Mare di Sardegna;
  • Adriatico Centrale;

Tuttavia, in presenza di aria molto calda e prossima alla saturazione i Medicanes possono formarsi eccezionalmente fra luglio e gennaio.

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Ciclone mediterraneo Cornelia, ottobre 1996.  [7]

Fattori chiave

Affinchè i Medicanes possano formarsi e sostentarsi sono necessarie alcune caratteristiche salienti:

  • Presenza di un vortice isolato in quota, cut off.
  • Passaggio di un ramo del jet stream, detto anche jet streak, in quota.
  • Gradiente termico verticale superadiabatico in prossimità del suolo o quantomeno negli strati immediatamente vicini.
  • Presenza di un’area di discontinuità frontale semistazionaria, ovvero di una bassa pressione al suolo.

L’ascesa dell’aria, se non ostacolata da eventuali promontori di alta pressione presenti, si raffredda a causa dell’espansione adiabatica condensando tutta la quantità di vapor acqueo in essa contenuto. [1],[2] 

Da questo momento in poi, la condensazione libera calore latente di evaporazione, precedentemente assorbito.

Esso si somma a quello già presente nella massa d’aria calda, determinando un’ulteriore ascesa fino al livello di congelamento, raggiunto il quale si libera calore latente di fusione e il ciclo si ripete in un meccanismo di autoalimentazione.

Se il rifornimento di vapor acqueo continuasse e se perdurassero condizioni propizie, il moto ascensionale indurrebbe la formazione di un vortice, grazie al contributo della forza di Coriolis. Il vortice funge quindi da pompa, aspirante vapore e calore dal mare. [1],[2]

 

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Ciclogenesi, evoluta in Medicane, sulla Sicilia Sud Orientale dell’ottobre 2005.  [8] 

Bibliografia e sitografia:

[1] G. Formentini, A. Gobbi, A. Griffa, P.Randi, “Temporali e Tornado” Alphatest, 2006

[2] G. Saullo, “Fenomenologia temporalesca dell’Autunno 2011 nel Mediterraneo Occidentale”

[3] K. Emanuel:Genesis and maintenance of “Mediterranean hurricanes” (PDF), su adv-geosci.net, giugno 2005.

[4] The TT Problem: Forecasting the Tropical Transition of Cyclones (PDF), su atmos.albany.edu

[5] The Tropical Transition of the October 1996 Medicane in the Western Mediterranean Sea

[6] Tropical transition of a Mediterranean storm by jet crossing (PDF), su mesonh.aero.obs-mip.fr.

[7] http://earthobservatory.nasa.gov/

[8] D. Bianchino https://en.wikipedia.org/wiki/it:User:Daniele_Bianchino_Roma_Italy~itwiki

 

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